Tipologie di legno per pallet: proprietà, differenze e sostenibilità

Il legno è infatti in grado di sostenere pesi fino a 2700 kg in carico fermo e fino a 900 kg in movimento. A differenza di altri materiali, è molto leggero, con un conseguente vantaggio economico, considerando che le spese di trasporto variano in base al peso del carico da muovere. I pallet possono essere fabbricati utilizzando diverse tipologie di legno, quali ad esempio Abete, Larice, Pino o Pioppo, selezionati e impiegati sulla base delle esigenze a cui rispondere.

Ogni tipologia di legno presenta differenti qualità, determinanti nella produzione di bancali: è importante considerare la destinazione d’uso del pallet affinché il legno selezionato per produrlo sia adeguato all’impiego richiesto. Di seguito le tipologie di legno per pallet più utilizzate.

L’abete è una conifera sempreverde che appartiene alla famiglia delle Pinacee. Si caratterizza di foglie a forma d’ago e dalla presenza di pigne. Gli alberi di abete si sviluppano rapidamente e il loro abbattimento non provoca danni ai boschi, come accade invece per altre tipologie di alberi a crescita lenta.

Tra le diverse caratteristiche di questi alberi, vi è la loro capacità di trattenere il calore e un’alta resistenza alla compressione. Il legno di abete è dotato di ottime capacità isolanti, in quanto poco sensibile agli sbalzi termici. Oltre ad essere un buon isolante acustico, ha la caratteristica di restare quasi indifferente alle scosse sismiche.

Il larice è un albero che può raggiungere dimensioni notevoli (fino 40 metri d’altezza). Originario dell’Europa centrale, questo tipo di albero cresce a quote elevate, superiori ai 2500 metri. I suoi aghi hanno un colore verde chiaro, che diventa giallo oro in autunno e tendono a cadere in inverno, in quanto si tratta di una pianta a foglia caduca.

Il larice resiste a climi piuttosto freddi, ad altezze elevate e la sua corteccia è così resistente da non subire danni nonostante gli urti dei massi rocciosi che possono cadere dalle montagne. Dal portamento elegante, questo albero è una specie secolare che può raggiungere gli 800 anni di vita.

Il pino è una conifera sempreverde, originario dei paesi mediterranei, il cui fusto (a portamento eretto) è rivestito da una corteccia piuttosto spessa di colore marrone tendente al rossastro. Col passare degli anni, la corteccia tende a rompersi in placche più o meno grandi che assumono una tonalità grigiastra.

Il pino è un albero maestoso, la cui prospettiva di vita varia dai 200 ai 250 anni e può raggiungere grandi dimensioni (fino 30 metri di altezza). Sulle Alpi è possibile trovare: il Pino Silvestre, il Pino Mugo, il Pino Cembro e il Pino Nero. In ambiente mediterraneo, invece, il Pino marittimo, il Pino da pinoli, il Pino di Monterey, il Pino d’Aleppo e alcune sottospecie di Pino Nero.

Il pioppo è un albero molto diffuso nell’emisfero settentrionale e arriva fino 30 metri d’altezza. È un arbusto che si è solito trovare lungo i viali, e viene spesso adoperato per creare delle barriere frangivento poiché piuttosto resistente.

Le foglie dei pioppi sono facilmente riconoscibili sia per il colore che per la forma. La forma è romboidale o ovale, la parte superiore assume un colore bruno-verde ed è più lucida, mentre quella inferiore è più chiara e opaca. I pioppi sono alberi caratterizzati da una crescita estremamente rapida, specialmente se viene paragonata ad altri arbusti.

I tipi di legno per pallet che abbiamo citato sono legni teneri, in quanto le piante da cui sono ricavati hanno crescita veloce, che conferisce al materiale una struttura regolare e semplice. I legni teneri sono la principale fonte di legno per bancali, perché sufficientemente robusti, resistenti, flessibili e soprattutto economici: minore è il tempo richiesto dalla pianta per il suo sviluppo, maggiore è la quantità di legno disponibile.

Il tempo di crescita relativamente breve di queste piante, consente di produrre legno per pallet e per altre destinazioni d’uso con il minimo impatto ambientale: è qui infatti che si inserisce il concetto di ri-piantumazione, ovvero quella tecnica che prevede un ripopolamento del verde nelle zone dalle quali sono stati sottratti degli alberi. Lavorare il legno significa prima di tutto rispettarlo: nonostante vengano realizzati i migliori prodotti con questo materiale, tutto ciò avviene senza danneggiare il patrimonio naturale.

Il fine ultimo della ri-piantumazione è salvaguardare l’ecosistema e l’ambiente, pur proseguendo con la produzione di prodotti legnosi. Ripopolare il nostro pianeta con nuovi esemplari di alberi si rivela fondamentale per non sconvolgere gli equilibri della natura.

Un’altra manovra per la sostenibilità adottata dall’Unione Europea nell’ottobre del 2010, è il Regolamento n.995/2010, conosciuto come Due Diligence, volto a contrastare il commercio di legname tagliato in maniera abusiva. Quando si parla di legno illegale si intende ogni operazione relativa alla raccolta, trasporto, acquisto e vendita di materiale legnoso eseguita senza rispettare il piano normativo nazionale o internazionale in materia.

In termini ambientali, il taglio illegale del legno è fortemente associato al problema della deforestazione, ma anche ai cambiamenti climatici ed alla perdita di biodiversità. Non a caso, si calcola che il 15/20% dei gas ad effetto serra sia causato dallo sfruttamento continuo delle foreste. Inoltre il taglio abusivo di legname è una delle principali cause dell’impoverimento delle popolazioni indigene a seguito dello sfruttamento delle terre e delle risorse.

Le attività illegali, immettendo sul mercato legname a basso costo, tendono a compromettere tutti gli sforzi compiuti dagli operatori responsabili: di fatto, il legno illegale viene venduto ad un prezzo del 7-16% inferiore rispetto al prezzo di mercato, in quanto permette di eludere il pagamento di eventuali tasse e imposte o i costi di rimboschimento.

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